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Psicofisica

Il sottocampo della psicologia che si occupa della trasformazione dal fisico al psicologico attraverso il rilevamento, l’identificazione, la discriminazione e il ridimensionamento.

La psicofisica ha avuto origine con la ricerca di Gustav Fechner (1801-1887), che per primo ha studiato la relazione tra stimoli fisici in entrata e le risposte ad essi. Gli psicofisici hanno generalmente utilizzato due approcci nello studio della nostra sensibilità agli stimoli che ci circondano: misurare la soglia assoluta o scoprire la soglia di differenza. Studiando la soglia assoluta, utilizzando il metodo della costante di stimoli, uno sperimentatore, per esempio, produrre un estremamente debole tono che l’ascoltatore non può sentire, poi aumentare gradualmente l’intensità fino a quando la persona può solo sentire; la prossima sperimentazione, lo sperimentatore si svolgerà un suono che è chiaramente sentito, quindi ridurre la sua intensità fino a che l’ascoltatore non può più sentire. Le soglie possono anche essere accertate attraverso il metodo degli stimoli costanti. In questo approccio, gli stimoli di varia intensità sono presentati in modo casuale. Anche se la soglia misurata di un osservatore cambierà a seconda della metodologia, questa tecnica fornisce una stima della sensibilità di un individuo.

Un diverso approccio psicofisico combina il concetto di abilità sensoriali con le decisioni e le strategie che un osservatore utilizza per massimizzare le prestazioni in un compito difficile. Piuttosto che cercare di identificare un singolo punto per la soglia, gli psicofisici che impiegano la teoria del rilevamento del segnale hanno sviluppato modi per misurare la sensibilità di un osservatore agli stimoli in modi che vanno oltre il semplice concetto di soglia. Alcune ricerche psicofisiche comportano l’identificazione di stimoli. Non ci può essere alcun dubbio sul fatto che possiamo rilevare uno stimolo, ma a volte non possiamo identificarlo. Ad esempio, le persone possono spesso rilevare gli odori ma non possono identificarli. La ricerca in questo settore si è concentrata sulla determinazione di quante informazioni sono necessarie per consentire a una persona di identificare uno stimolo. L’identificazione costituisce una parte relativamente piccola della ricerca psicofisica, sebbene tale ricerca abbia importanti applicazioni pratiche. Ad esempio, nello sviluppo di telefoni utili, i ricercatori hanno dovuto valutare quanto “rumore” o suono indesiderato potesse accompagnare il discorso in una conversazione telefonica in modo che un ascoltatore potesse capire cosa è stato detto, cioè identificare accuratamente le parole pronunciate.

Una terza area della psicofisica comporta la discriminazione di diversi stimoli, o soglie di differenza. Non ci sono due stimoli fisici assolutamente identici, anche se possono sembrare. La domanda di interesse qui è quanto grande deve essere la differenza tra due stimoli per poterla rilevare. La quantità con cui due stimoli devono differire per poter rilevare la differenza è indicata come JND, o semplicemente differenza evidente. La ricerca ha indicato che per gli stimoli di bassa intensità, possiamo rilevare una differenza che è piccola, all’aumentare dell’intensità, abbiamo bisogno di una differenza più grande. A volte gli psicofisici usano il tempo di reazione come misura di quanto siano diversi due stimoli l’uno dall’altro. Quando due stimoli sono molto simili, ci vuole più tempo per decidere se sono diversi, mentre grandi differenze portano a tempi di reazione rapidi.

CONCETTI IN PSICOFISICA

Soglia assoluta: come lo stimolo si rafforza dal non rilevabile, il punto in cui la persona lo rileva per la prima volta.

Teoria del rilevamento del segnale: teoria relativa all’interazione delle capacità sensoriali e dei fattori decisionali nel rilevamento di uno stimolo.

Soglie di differenza: a quale punto si può distinguere tra due stimoli. Questo punto è definito differenza appena evidente.

Scaling: utilizzo delle scale di valutazione per assegnare valori relativi (ad esempio, valutazione su una scala da uno a dieci) alle esperienze sensoriali.

L’area finale di interesse per gli psicofisici è il ridimensionamento, l’attività di decidere quanto è grande o piccolo qualcosa o quanto è presente. Qualsiasi esperienza sensoriale può essere ridimensionata. Ad esempio, se l’attrattiva di un dipinto è valutata su una scala da uno a dieci, viene ridimensionata. Se il dipinto è valutato nove, è considerato più attraente di un dipinto valutato otto. Questo semplice esempio fornisce il concetto alla base del ridimensionamento, ma gli psicologi hanno sviluppato tecniche più complicate e sofisticati approcci matematici al ridimensionamento.

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