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Parco Nazionale del Serengeti

“Valore Universale Eccezionale”

Breve sintesi

Nelle vaste pianure del Serengeti National Park, che comprende 1,5 milioni di ettari di savannah, la migrazione annuale di due milioni di gnu e di centinaia di migliaia di gazzelle e zebre, seguiti dai loro predatori nel loro annuale migrazione alla ricerca di pascoli e acqua – è uno dei più impressionanti della natura spettacoli del mondo. La diversità biologica del parco è molto alta con almeno quattro specie animali minacciate a livello globale o in via di estinzione: rinoceronte nero, elefante, cane selvatico e ghepardo.

Criterio (vii): Le pianure del Serengeti ospitano la più grande migrazione animale inalterata del mondo, dove oltre un milione di gnu e centinaia di migliaia di altri ungulati si impegnano in un trekking circolare annuale lungo 1.000 km che attraversa i due paesi adiacenti di Kenya e Tanzania. Questo spettacolare fenomeno si svolge in un ambiente panoramico unico di’pianure infinite’: 25.000 km2 di distese senza alberi di praterie corte spettacolarmente piatte punteggiate da affioramenti rocciosi (kopjes) intervallati da fiumi e boschi. Il Parco ospita anche una delle più grandi e diverse interazioni predatore-preda di grandi dimensioni in tutto il mondo, fornendo un’esperienza estetica particolarmente impressionante.

Criterio (x): Il notevole gradiente spazio-temporale in fattori abiotici come precipitazioni, temperatura, topografia e geologia, suoli e sistemi di drenaggio nel Parco Nazionale del Serengeti si manifesta in un’ampia varietà di habitat acquatici e terrestri. La combinazione di suoli vulcanici e l’impatto ecologico della migrazione si traduce in uno degli ecosistemi più produttivi della terra, sostenendo il maggior numero di ungulati e la più alta concentrazione di grandi predatori al mondo. L’ecosistema supporta 2 milioni di gnu, 900.000 gazzelle di Thomson e 300.000 zebre come mandrie dominanti. Altri erbivori includono 7.000 eland, 27.000 topis, 18.000 hartebeests, 70.000 bufali, 4.000 giraffe, 15.000 facoceri, 3.000 waterbucks, 2.700 elefanti, 500 ippopotami, 200 rinoceronti neri, 10 specie di antilopi e 10 specie di primati. I principali predatori includono 4.000 leoni, 1.000 leopardi, 225 ghepardi, 3.500 iene maculate e 300 cani selvatici. Di questi, il rinoceronte nero Diceros bicornis, il leopardo Panthera pardus, l’elefante africano Loxodonta africana e il ghepardo Acynonix jubatus sono elencati nella Lista rossa IUCN. Ci sono oltre 500 specie di uccelli che sono perennemente o stagionalmente presenti nel Parco, di cui cinque specie sono endemiche della Tanzania. Il Parco ha la più alta popolazione di struzzi in Tanzania e probabilmente in Africa, rendendo la popolazione globalmente importante.

Integrità

Il Parco Nazionale del Serengeti è al centro del più grande ecosistema del Serengeti, che è definito dall’area coperta dalla migrazione annuale. La proprietà è contigua alla Ngorongoro Conservation Unit, un’area di 528.000 ettari dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1979. L’intero ecosistema comprende anche la Riserva di caccia di Maswa (2.200 km2) a sud,le riserve di caccia di Grumeti e Ikorongo a est, la Riserva nazionale di Maasai Mara in Kenya (1.672 km2) a nord e l’area controllata dal gioco di Loliondo a ovest. L’intero ecosistema è intatto e nessuna barriera ostacola la migrazione. Il Parco Nazionale del Serengeti è sufficientemente grande e intatto da garantire la sopravvivenza e il vigore di tutte le specie in esso contenute, se mantenuto allo stato attuale ma non, da solo, garantisce la protezione dell’intero ecosistema. Tuttavia, tutte le altre parti dell’ecosistema hanno un grado maggiore o minore di protezione. Una potenziale minaccia è il piano per costruire un’infrastruttura di trasporto attraverso il Serengeti. Ciò avrebbe essenzialmente tagliato l’ecosistema in due metà, con conseguenze prevedibilmente negative sul Serengeti. Aggiungendo Maswa Game Reserve e Maasai Mara National Reserve alla Lista del Patrimonio mondiale, o dando poi lo status di zona cuscinetto salvaguarderebbe ulteriormente i valori universali eccezionali di questa proprietà.

Un’altra grande minaccia potenziale per l’integrità del Parco è la scarsità di acque superficiali per gli animali durante gli anni secchi, poiché solo un fiume (Mara) scorre perennemente attraverso il Parco. Un’estensione del confine del Parco per raggiungere il Lago Vittoria che fornisce un corridoio per gli animali per accedere all’acqua in tempi di siccità è prevista per il futuro per affrontare questo problema.

Requisiti di protezione e gestione

Il sito ha un confine ben designato e parzialmente delimitato e dal 2009 sono stati stanziati fondi per delimitare l’intero confine. La sua gestione è regolata da politiche internazionali e governative e obblighi legali. L’Ordinanza sui Parchi nazionali Cap 412 del 1959 prevede che i Parchi nazionali della Tanzania abbiano il mandato di gestire il sito. Inoltre, la legge sulla conservazione della fauna selvatica della Tanzania del 1974 e la legge sulla conservazione della fauna selvatica del 2009 prevedono rispettivamente la protezione delle risorse all’interno del sito e dell’area adiacente. Un Piano di Gestione generale (2006-2016) è stato formulato per guidare la gestione quotidiana del sito in modo sostenibile ed è attualmente in fase di implementazione. Il Piano fornisce indicazioni su come eseguire le varie attività all’interno del parco sotto quattro temi principali: Gestione degli ecosistemi, servizi di sensibilizzazione, Gestione del turismo e operazioni del parco. Il sito ha un livello ragionevole di risorse umane e finanziarie per una gestione efficace, ma man mano che le attività si espandono e emergono ulteriori sfide, la mancanza di risorse sufficienti rimane un potenziale vincolo futuro. Le principali preoccupazioni di gestione includono il bracconaggio, la pressione del turismo, gli incendi e la mancanza di una capacità adeguata nel monitoraggio delle risorse. Un’altra importante sfida di gestione è l’acqua: nonostante le numerose fonti d’acqua durante la stagione delle piogge, c’è solo un fiume perenne (Mara) che è transnazionale. Tuttavia, questo fiume attualmente affronta molteplici minacce transfrontaliere mediate dall’uomo.

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