Dinastia sasanide
Dinastia sasanide, Sasanide anche scritto Sasanide, chiamato anche Sasanide, antica dinastia iraniana che governò un impero (224-651 ce), in aumento attraverso le conquiste di Ardashīr I nel 208-224 ce e distrutto dagli arabi durante gli anni 637-651. La dinastia prende il nome da Sāsān, un antenato di Ardashīr.
Sotto la guida di Ardashīr (regnò come “re dei re” 224-241), i Sasanidi rovesciarono i Parti e crearono un impero che cambiava continuamente di dimensioni in quanto reagiva a Roma e Bisanzio ad ovest e ai Kushan e agli Eftaliti ad est. Al tempo di Shāpūr I (regnò 241-272), l’impero si estendeva dalla Sogdiana e dall’Iberia (Georgia) a nord fino alla regione di Mazun dell’Arabia a sud e si estendeva fino al fiume Indo ad est e alle valli del fiume Tigri e dell’Eufrate ad ovest.
Una rinascita del nazionalismo iraniano ebbe luogo sotto il dominio sasanide. Lo zoroastrismo divenne la religione di stato e in vari momenti i seguaci di altre fedi subirono persecuzioni ufficiali. Il governo era centralizzato, con funzionari provinciali direttamente responsabili al trono, e le strade, la costruzione della città e persino l’agricoltura erano finanziate dal governo.
Sotto i sasanidi l’arte iraniana conobbe un generale rinascimento. L’architettura assunse spesso proporzioni grandiose, come i palazzi di Ctesifonte, Fīrūzābād e Sarvestan. Forse le reliquie più caratteristiche e sorprendenti dell’arte sasanide sono sculture di roccia scolpite su scogliere calcaree improvvise—ad esempio, a Shāhpūr (Bishapur), Naqsh-e Rostam e Naqsh-e Rajab. La lavorazione dei metalli e l’incisione delle gemme divennero altamente sofisticate. La borsa di studio fu incoraggiata dallo stato e le opere sia dall’Oriente che dall’Occidente furono tradotte in Pahlavi, la lingua dei sasanidi.