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Il carattere della parola ha molteplici significati. In un dato contesto, parlare del carattere di un uomo consente di menzionare la sua personalità e il suo temperamento. È uno schema psicologico, con le particolarità dinamiche di un individuo.
Il carattere non è qualcosa che viene portato dal grembo materno, ma è fortemente influenzato dall’ambiente, dalla cultura e dall’ambiente sociale in cui ogni persona è formata.
Il ricercatore Santos esprime che il carattere è ciò che ci differenzia dai nostri coetanei e che è il risultato dell’apprendimento sociale, che sono legati alle abitudini di ogni individuo e al modo in cui reagisce alle esperienze. Il personaggio non finisce di formarsi fino alla fine dell’adolescenza.
È importante chiarire che il carattere non è lo stesso del temperamento, quest’ultimo riunisce gli aspetti biologici del carattere ed è legato al processo fisiologico e a quei fattori genetici che collaborano significativamente nei comportamenti sociali degli individui. Il carattere, d’altra parte, è l’insieme di aspetti psicologici che sono modellati dall’educazione, dal lavoro della volontà e delle abitudini e consentono la reazione di un individuo alle esperienze. È importante notare, tuttavia, che il carattere è intimamente legato al temperamento e agisce di conseguenza ad esso nella maggior parte delle persone.
Per la creazione del carattere, sono necessarie tre componenti: emotività (impatto emotivo dell’individuo di fronte agli eventi), attività (inclinazione dell’individuo a rispondere a un determinato stimolo) e risonanza (risposta agli eventi).
Tipi di caratteri
Coloro che hanno un carattere nervoso cambiano costantemente i loro interessi, si entusiasmano facilmente per le cose nuove, ma nulla può attirarli abbastanza. Non hanno ordine o disciplina nella loro vita. Di solito sono volitivi, socievoli e affettuosi.
Quelli di carattere apatico vivono chiusi in se stessi, sono malinconici, testardi e pigri. A loro piace la routine e sono indifferenti a ciò che li circonda. Sono apatici e disinteressati nel fare cose nuove.
Coloro che hanno un carattere sentimentale sono molto sensibili e pessimisti. Preferiscono isolarsi e diventare demoralizzati rapidamente. Sono spesso dispettosi, insicuri e indecisi. D’altra parte, hanno difficoltà ad adattarsi alle cose nuove.
Gli arrabbiati vivono occupati, sono audaci e si muovono per impulsi e improvvisazione. Sono estroversi ma non appena c’è un problema, scappano. Si sforzano facilmente.
Coloro che sono appassionati hanno una grande memoria e immaginazione e una capacità innata di lavorare. Tendono a concentrarsi sulle cause perse e sono interessati all’apprendimento, sono estremamente metodici in questo compito.
Quelli amorfi sono solitamente pigri, poco originali e dispendiosi. A loro non piace prevenire, sono impuniti e nulla li eccita.
Nel campo della biologia, ogni tratto che viene utilizzato per fare descrizioni di organismi è chiamato un carattere. I personaggi, dicono gli esperti, possono essere radice morfologica, tipo anatomico o essere comportamentali, biochimici, fisiologici, genetici, geografici o di altra natura. D’altra parte, i personaggi possono essere affrontati da una prospettiva qualitativa o quantitativa.
Si dice che la trasformazione evolutiva di una specie si verifica quando un personaggio viene sostituito da un altro. Pertanto, un set di caratteri si basa sulle fasi consecutive della sua evoluzione. Questa serie non è necessariamente lineare, poiché a volte il personaggio di un antenato si è espanso in vari modi man mano che i suoi discendenti si evolvevano.
In campo musicale, invece, il carattere di un’opera è inteso come il modo in cui un compositore intende che il direttore dell’orchestra e i musicisti che la integrano la eseguano. Per dare queste indicazioni, vengono utilizzate espressioni in italiano, come eccitato, giocoso o vivace.
Un altro uso del termine carattere appare nel design industriale: lì, si dice che un pezzo ha un carattere unico quando ispira un’impressione generale diversa da qualsiasi altro design.
In informatica e telecomunicazioni, un carattere viene interpretato come un’unità di informazione equivalente a grafemi o simboli, come nella forma scritta dell’alfabeto di una lingua naturale. Questa definizione deriva dalla tipografia, dove un carattere è uguale a una lettera, un numero o un altro segno.
Per concludere diremo che questo termine si riferisce all’individualizzazione delle componenti di un tutto, in modo che possa essere analizzato in dettaglio e quindi, essere compreso nel suo senso più autentico.
Generalmente quando si utilizza il carattere concettuale ci si riferisce a una qualità innata del soggetto o dell’elemento che stiamo analizzando, a qualcosa che è integrato nella struttura di esso e senza il quale detta entità non avrebbe avuto lo stesso sviluppo che possiamo vedere.