Basilica di San Vitale – Architettura e mosaici
>
Architettura
I mosaici
Bibliografia
I migliori gadget di San Vitale.
La chiesa di San Vitale risale al VI secolo e fu iniziata dal vescovo Ecclesius sotto l’impero di Giustiniano, che era arrivato da Costantinopoli tra il 525 e il 532.
La chiesa è dedicata a San Vitalis, e sorge nel luogo dove fu ucciso, secondo la Leggenda aurea di Jacobus de Varagine. La costruzione della chiesa fu finanziata da Giulio Argentario (un banchiere greco che fece fortuna nella guerra greco-gotica). Si pensa che fosse un agente di Giustiniano, incaricato di promuovere grandi imprese edili per affermare il potere culturale bizantino in Italia.
Il vescovo Massimiano consacrò la chiesa nel 547-48.
Nella sua forma, San Vitale si riferisce principalmente ai grandi edifici paleocristiani, come San Lorenzo a Milano, ma prende ispirazione anche dalla chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Pur utilizzando gli stessi modelli, è comunque un monumento originale, unico nel suo genere.
Esterno
Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia. Esterno.
La chiesa ha una forma complessa: ha un corpo ottagonale, largo e corto contenente una torre ottagonale più alta (tiburio, o torre di incrocio).
Il corpo esterno è su due ordini con finestre e pilastri molto prominenti. Si aggiungono poi due torri a gradoni, il portico sulla facciata e l’abside con due corpi cilindrici (Diaconicon e Prothesis) sul retro. I pilastri angolari degni di nota salgono sul tetto e portano un frontone sulle loro cime.
Le pareti sono realizzate con mattoni molli nudi del tempo di Giustiniano, ricoperti da uno strato di calce dello stesso spessore.
La campana, aggiunta sulla sommità di una delle due torri a gradoni, risale intorno al X secolo, ma fu ricostruita dopo il terremoto del 1688. I contrafforti che contrastano con la spinta delle volte interne risalgono al ix secolo.
Funzione del piano e del Percorso
Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
In origine, la pianta ottagonale era preceduta da un quadriporco, andato perduto nel tempo. Il nartece a forma di pinza è rimasto, ed è posizionato tangenzialmente ad un bordo del piano centrale, invece di essere posizionato in asse con l’ottagono come al solito. La forma e il posizionamento del portico di San Vitale, rappresentano una soluzione funzionale e simbolica. Si comporta come un accesso monumentale alla chiesa e come un filtro tra il mondo esterno (mondo terreno) e interno (mondo divino), indicando anche una chiara funzione psicologica al visitatore all’arrivo.
In realtà, ci sono diversi ingressi e seguono percorsi diversi. Le prime due vie sono quelle corrispondenti all’intercolumnazione e che si trovano in prossimità delle due piccole absidi: due porte laterali conducono alle torri a gradoni e non direttamente nella chiesa. In passato questi accessi erano riservati alle donne per salire il matroneo.
Altri due ingressi si aprono dalla parte centrale del portico: a destra e un altro a sinistra. Il deambulatorio si trova attraversando l’ingresso destro, dove si può percepire uno spazio circolare e girare intorno alla galleria rotonda. Attraverso l’ingresso sinistro si trova in asse rispetto al corpo della chiesa e direttamente di fronte al presbiterio, e qui si percepisce uno spazio longitudinale.
Andando verso il centro della chiesa si percepisce infine il posizionamento radiale e centralizzato dello spazio.
Tutto contribuisce a far sì che i fedeli che entrano in chiesa abbiano l’impressione di essere smarriti e disorientati. È difficile cogliere immediatamente la forma e le direzioni di questo monumento.
Interni
L’ampio interno è caratterizzato dal ritmo articolato della massa e dai numerosi archi che rendono meno chiara la forma geometrica e fanno sembrare indefinito lo spazio.
La cupola della Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
Una cupola emisferica sorretta da otto grandi archi che poggiano su giganteschi pilastri a ventaglio copre l’ampia sala centrale. Un arco si apre verso il presbiterio. Gli altri sette archi formano grandi esedre, divise in due ordini di archi su colonne.
Il matroneo corrisponde all’ordine superiore e il deambulatorio ottagonale a quello inferiore, che si gira e si spezza in corrispondenza del presbiterio.
Il presbiterio della Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
Queste forme danno un’impressione molto particolare: l’architettura e il loro posizionamento creano un effetto di espansione dal centro verso l’esterno. È come se le esedre fossero gonfiate da un’energia misteriosa e lo spazio vuoto centrale causasse l’espansione. Una ripetizione di onde concentriche e ritmo può anche essere sentito a causa di questi archi. Queste esedre non hanno una funzione strutturale, ma estetica e simbolica, e appartengono a un’idea metafisica dello spazio. Si riferisce al concetto di Dio come potere infinito, espandendosi in tutte le direzioni.
Le esedre della Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
In origine la decorazione era molto più ricca: il pavimento era fatto da mosaici, ma solo pochi frammenti sono rimasti. I capitelli delle colonne, delicatamente scolpiti in rilievo e trafori, presentano il dosseret (1).
Capitale con dosseret di una colonna nella chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
Tutto l’interno presenta una ricca decorazione di marmi pregiati e mosaici.
A. Cocchi
Trad. A. Sturmer
Note:
1) Blocco di pietra sopra i capitelli in una chiesa bizantina, usato per trasportare gli archi e la volta
I mosaici
I mosaici di San Vitale sono di epoche diverse ma appartengono complessivamente al vi secolo. La più antica, del tempo dei Vescovi Ecclesius, è quella raffigurante la Teofania nella semi-cupola absidale.
Sulle pareti laterali dell’abside si trovano due mosaici: uno raffigurante la Processione di Giustiniano e l’altro la Processione di Teodora. I mosaici possono essere visti in tutti gli spazi disponibili (lunette, estradossi di archi, pareti, ecc.) con scene delle Sacre Scritture.
Teofania
Teofania. Mosaico. 6 ° secolo. Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
Teofania = apparizione di Dio. È un’immagine simbolica, astratta e piena di significati religiosi.
Al centro, un giovane Cristo, senza barba, è seduto tra due angeli su un globo azzurro, simbolo dell’universo.
A sinistra, San Vitale riceve la corona del martire da Cristo, con le mani coperte da una mensola del camino.
Vale la pena notare i vestiti eleganti della figura. San Vitale è vestito in abiti militari, infatti in uniforme (abito bianco, ricami in oro, spalline con graduazione e mantella ricamata) al posto di quello ordinario.
A destra, il vescovo Ecclesius offre un modello della chiesa da lui fondata.
Sullo sfondo si notano aspetti paesaggistici stilizzati: un prato fiorito, con rose e gigli, che hanno particolari significati religiosi (rosa selvatica = sangue di Cristo; giglio = verità e fede). Le quattro sorgenti ai piedi di Cristo simboleggiano i quattro Vangeli.
È un’immagine metaforica e concettuale e mostra una situazione del tutto immaginaria. Non si riferisce alla realtà. L’astrazione di questo stile è quindi totalmente adatta a questo concetto.
Processione Giustiniana
Processione Giustiniana. Mosaico. 6 ° secolo. Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
La processione dell’imperatore mostra diverse figure allineate. Tuttavia, le figure al centro sono molto diverse dai soldati. I soldati sembrano tutti uguali, si assomigliano. Gli altri invece, hanno caratteristiche molto distinte e sono in realtà ritratti. Questi personaggi sono stati ritratti da artisti di Costantinopoli. I disegni furono trasferiti su cartone e poi inviati direttamente da Costantinopoli a Ravenna.
Essendo al centro, l’imperatore si distingue. Indossa abiti sorprendenti e ricchi. È davanti a tutti, nulla lo nasconde e ha un’aureola (editto di Costantino). Sta portando una patera d’oro (1) come offerta per la messa.
Dall’iscrizione possiamo anche identificare il vescovo Massimiano.
Julius Argentarius può essere visto sullo sfondo, tra il vescovo e l’imperatore.
Il generale barbuto è Belisario, conquistatore di Ravenna.
Il processo astratto in questo mosaico è molto forte. La profondità è completamente eliminata; le figure sono immobili e prive di rilievo, come profili ritagliati; le forme hanno una tendenza alla geometria.
Non è una narrazione o una storia, ma una scena celebrativa, una cerimonia simbolica.
Processione di Teodora
Processione di Teodora. Mosaico. 6 ° secolo. Chiesa di San Vitale. Ravenna, Italia
Il posizionamento delle figure è lo stesso dell’altra processione. Queste due scene rappresentano l’offerta imperiale alla città di Ravenna. Si tratta di cerimonie simboliche che non sono mai accadute nella vita reale.
Questa scena è più vivace dell’altra perché gli abiti femminili sono più vari nello stile e nel colore.
L’imperatrice può essere identificata per essere più alta, per indossare abiti e gioielli più ricchi e per avere un’aureola. Sta portando un calice d’oro per la messa. Gli orli dei suoi vestiti sono ricamati con immagini dei Saggi: si tratta di un riferimento alla chiesa di Sant’Apollinare Nuovo, dove si trova un mosaico simile.
Le due signore vicine all’imperatrice sono Antonina e Joannina, rispettivamente moglie e figlia di Belisario.
Vi è l’idea di diverse altre signore che arrivano in scena, come se fossero provenienti da oltre le tende.
A. Cocchi
Trad. A. Sturmer
1) Un piattino come nave utilizzata dai Greci e Romani in libagioni e sacrifici.
Bibliografia
N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984
G. Bustacchini Ravenna. I mosaici, i monumenti, l’ambiente. Edizioni Italcards, Bologna 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull’arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell’arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008